CORRIERE CANADESE / Brusco risveglio di Toronto, rischio rialzo delle tasse e taglio dei servizi

TORONTO – Gli otto anni di amministrazione Tory hanno lasciato solo macerie a Toronto. Non solo ci troviamo a dover fare i conti con il nodo sicurezza, con le aggressioni quotidiane sui mezzi della Ttc, con il dramma della viabilità soffocata da lavori in corso continui e la dittatura delle piste ciclabili che impediscono agli automobilisti di spostarsi da un quartiere all’altro della città in tempi accettabili e con le tasse di proprietà che hanno raggiunto livelli record: ora a Toronto improvvisamente siamo nel bel mezzo di un brusco risveglio dell’intera amministrazione cittadina che deve fare i conti con un buco di bilancio imbarazzante provocato – questo almeno secondo la narrazione dell’ex sindaco – dalla pandemia di Covid 19, dalle spese che sono aumentate e dagli introiti che sono crollati. Un rosso di 933 milioni di dollari, stando a quanto messo nero su bianco nel budget cittadino del 2023. City Hall si aspettava il pronto soccorso degli altri livelli di governo, ma le sue speranze si sono rivelate una chimera. 

Da un lato il governo provinciale, nella Manovra presentata a Queen’s Park giovedì scorso, ha sostanzialmente declinato la richiesta avanzata dal Consiglio Comunale di Toronto di partecipare – almeno in parte – alla riduzione dei fondi pagati dagli imprenditori dell’edilizia per via della nuova legge sullo sviluppo urbano che di fatto fa schizzare alle stelle i costi per le amministrazioni comunali. Dall’altro, non più tardi di martedì, è arrivato il niet dell’esecutivo federale di fronte alla domanda di stanziare 235 milioni di dollari per diminuire il rosso dei conti nelle anemiche casse cittadine.

Ieri, la sindaca pro tempore Jennifer McKelvie durante una conferenza stampa a City Hall ha lanciato l’allarme: senza il sostegno degli altri due livelli di governo, e in particolare di Ottawa, nel prossimo anno fiscale a Toronto potremmo assistere a un nuovo corposo rialzo delle tasse di proprietà e al contemporaneo taglio di alcuni servizi.

“Questo è un bilancio molto focalizzato sulla crescita. E capisco che vogliamo che il nostro paese cresca. Il problema è che Toronto è ancora molto in fase di recupero dalla pandemia e abbiamo bisogno di aiuto. Abbiamo ancora costi per i senzatetto, abbiamo ancora costi da diminuzione dell’utenza sul Ttc. E così, mentre il governo federale vuole concentrarsi sulla crescita, non può lasciare i comuni al loro destino”. “Se non riceviamo assistenza, siamo costretti a utilizzare il fondo per le emergenze Ma non è una buona strategia: è come prendere i propri RRSP per pagare il tuo mutuo o per pagare i generi alimentari. Non è sostenibile”.

McKelvie ha suggerito che le carenze di bilancio potrebbero continuare ad essere affrontate attraverso l’aumento delle tasse sulla proprietà. “Sarà un grande risveglio per i residenti di Toronto vederlo nella loro fattura fiscale quando arriverà”, ha detto.

“Toronto merita di meglio. Abbiamo bisogno di avere una conversazione importante su come aiutare il più grande motore economico del paese. Toronto ha bisogno di avere successo in modo che il nostro paese abbia successo”.

Una presa di posizione molto dura, quella della sindaca ad interim, che in ogni caso mettono in luce quella che sarà la vera sfida per il prossimo primo cittadino di Toronto: rimettere in sesto i conti disastrati della città, conti messi in ginocchio dagli effetti della pandemia ma anche da un’amministrazione evidentemente poco oculata. Anche perché le municipalità devono continuare ad avere autonomia e indipendenza finanziaria dagli altri livelli di governo e questo implica diritti ma anche doveri.

Quando questo non avviene, si entra in una fase di dipendenza diretta dagli umori politici della Provincia e di Ottawa che può portare a situazioni come quella attuale, dove gli altri due livelli di governo valutano altre priorità rispetto all’ennesimo soccorso a fondo perdute. A pagarne le conseguenze, come sempre, saranno i contribuenti, che potrebbe vedere aumentare le tasse sulle case e il taglio dei servizi.