I resti di 215 bambini in una fossa comune, Trudeau: “Capitolo vergognoso della storia del Canada”

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“Un capitolo nero e vergognoso della storia del nostro Paese”: cosi il premier canadese Justin Trudeau ha commentato, su Twitter, la notizia del ritrovamento dei resti di 215 bambini in una fossa comune vicino alla Kamloops Indian Residential School, in British Columbia (nella foto sopra, una classe della Kamloops negli anni Cinquanta): un istituto aperto alla fine del 1800 e chiuso nel 1978, che faceva parte della rete di scuole fondate dal governo e prevalentemente amministrate dalle chiese cattoliche (nel caso della Kamloops, la gestione passò sotto il controllo del governo nella seconda metà degli anni Sessanta), allo scopo di “separare” i figli degli indigeni dalla loro cultura per “assimilarli” nella cultura dominante.
Una “perdita impensabile di cui si era parlato ma che non era mai stata documentata” ha detto il capo della comunità indiana Tk’emlúps te Secwe’pemc, Rosanne Casimir: “Il weekend scorso, con l’aiuto di un georadar, la cruda verità dei risultati preliminari è venuta alla luce, con la conferma dei resti di 215 bambini che erano studenti della Kamloops Indian Residential School. Alcuni avevano appena tre anni, molti erano anche privi di documenti”.

Casimir ha aggiunto che i resti ritrovati appartengono a bambini le cui morti “non sono mai state documentate”. Le indagini proseguiranno in collaborazione con l’ufficio del coroner della British Columbia e il governo ha garantito che i resti verranno salvaguardati e identificati.

Secondo un rapporto del 2015, pubblicato dalla Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Canada (The Truth and Reconciliation Commission of Canada), molti dei bambini che frequentavano queste scuole non ricevevano nemmeno cure mediche adeguate, alcuni morivano di tubercolosi, altrettanti avrebbero subito anche abusi fisici e sessuali. E tanti pagarono con la vita la loro unica “colpa” di appartenere a un’altra cultura.

La stessa Commissione ha stimato che in un periodo di vari decenni circa 6.000 bimbi hanno perso la vita in queste scuole (130 istituti sparsi in quasi tutto il territorio canadese) che, complessivamente, dalla fine del 1800 fino alla chiusura dell’ultima, nel 1996, cercarono di “rieducare” circa 150.000 bambini tolti alle famiglie indigene delle First Nations (gli “indiani”), Inuit e Métis.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau, nel definirlo un “capitolo nero e vergognoso della storia del nostro Paese” (vedi il tweet sotto), ha invitato – sempre attraverso i socials – tutte le persone coinvolte nella vicenda a contattare la National Indian Residential School Crisis Line. “È lì – ha detto il premier – per fornire supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7 agli ex studenti delle scuole residenziali e alle persone colpite e può essere raggiunto chiamando il numero 1-866-925-4419”.


Foto tratte da “Library and Archives – Canada”: https://www.bac-lac.gc.ca/