CORRIERE CANADESE / Sciopero dei “federali”: tanti disagi, ma la trattativa non va avanti

TORONTO – Il peso dei disagi aumenta. Lo sciopero dei dipendenti pubblici federali – che non mostra segni di fine – sta interrompendo i servizi in tutto il Paese, a cominciare da quello relativo ai passaporti. 
“Il mio miglior consiglio ai canadesi è di non presentare domanda di rilascio del documento in questo momento perché semplicemente non verrà elaborata”, ha affermato Karina Gould, ministro delle Famiglie, dell’Infanzia e dello Sviluppo Sociale. “Quindi, se avessi bisogno di quel documento, non sarebbero in grado di fornirlo fino a quando l’azione di sciopero non sarà conclusa”, ha detto il ministro in un’intervista con Eric Sorensen durante la trasmissione “The West Block Sunday” su Global News.

Inoltre, la Gould ha affermato che anche se i canadesi possono comunque spedire le loro domande o consegnarle presso una sede di Service Canada oppure un qualsiasi ufficio passaporti, nemmenoj i lavoratori essenziali non sono autorizzati ad aprirle ed elaborarle, tranne che per circostanze di emergenza molto ristrette.

“Purtroppo, per legge, i servizi relativi ai passaporti non sono considerati essenziali, quindi ciò significa che chiunque richieda un nuovo passaporto o lo rinnovi – a meno che non si trovi in ​​una serie di circostanze prestabilite – non sarà in grado di applicare per ottenere il documento mentre lo sciopero è in corso”, ha spiegato la Gould.

Le uniche eccezioni sono per le persone che vivono situazioni umanitarie o di emergenza, come viaggi per un lavoro economicamente essenziale, servizi medici all’estero, oppure per vedere un familiare gravemente malato o, ancora, in caso di morte in famiglia, ha ricordato la Gould.

Il programma del passaporto è già stato notevolmente ridotto a causa dell’interruzione del lavoro, che è entrata nel suo quinto giorno ieri, domenica.

Soltanto 500 domande considerate urgenti od essenziali sono state esaminate mercoledì, quando è iniziato lo sciopero, ha affermato il ministro. Pochissime, se si considera che in genere, in un giorno normale, in tutto il Paese vengono ricevute dalle 20.000 alle 25.000 domande di rilascio o di rinnovo del passaporto.

Intanto, proseguono – si fa per dire – i negoziati tra Ottawa e la Public Service Alliance of Canada (PSAC), che rappresenta più di 155.000 lavoratori federali, ma la disputa sembra essere in un vicolo cieco.

Sabato, il presidente del PSAC, Chris Aylward, ha incolpato il governo federale per aver “trascinato questa trattativa” e aver mostrato “mancanza di rispetto” al tavolo dei negoziati. Ha anche accusato Mona Fortier, il ministro responsabile dei negoziati del Consiglio del Tesoro, di “incompetenza”.

In risposta, il Treasury Board ha rilasciato una dichiarazione accusando il sindacato di “inflessibilità” e ha affermato che i negoziatori del governo hanno cercato di mettersi in contatto.

La Gould ha a sua volta ribadito che il governo vuole raggiungere un accordo ma non ha dato una risposta specifica alla domanda se ci sia una tempistica relativamente alla possibilità, per il governo, di prendere in considerazione la legislazione sul ritorno al lavoro, cioè la precettazionke dei lavoratori: “Crediamo che i migliori affari vengano fatti al tavolo delle trattative e quindi continueremo a mettere le nostre energie in questo”, ha detto, concludendo: “Sono molto fiduciosa che anche il sindacato voglia la stessa cosa e che possiamo ottenere questo accordo in modo da ridurre al minimo l’impatto sui canadesi”.

Nella foto in alto, uno dei “picchetti” organizzati dai dipendenti pubblici federali la scorsa settimana (foto da Twitter – @CAUT_ACPPU)