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CORRIERE CANADESE / Il revisionismo non giustifica la guerra

TORONTO – Non c’è dignità in guerra: solo omicidio, caos, sofferenza, sopravvivenza (si spera) e “profitto” per “qualcuno”. Come tanti della mia generazione, il militarismo era parte integrante della nostra tradizione familiare. Tipici giovani europei venivano arruolati (forzatamente) nel servizio militare indipendentemente dal fatto che il governo dell’epoca fosse democratico o meno; se ci fosse pace o guerra… Read More in Corriere Canadese >>> 

Covid, the risk of contagion increases: Sos Autumn

TORONTO – Covid-19 infections could slowly start to rise again in Canada: this is what emerges from new data from the Public Health Agency of Canada (PHAC): there are signs of continued fluctuations in some indicators of COVID-19 activity after a long period of gradual decline, the agency’s online epidemiological update reported on Tuesday. This could be an early sign of increased activity, an activity that is still low to moderate in the provinces and territories, the update specifies. But Dr. Allison McGeer, an infectious disease specialist at Mount Sinai Hospital in Toronto, points out that cases of Covid-19 are also on the rise in the United States and in other parts of the world, as other experts have already noted a few days ago. 

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Dignity and war are mutually exclusive realities

There is no dignity in war: only murder, mayhem, suffering, survival (hopefully) and “profit” for “some one”.  Like so many of my generation, militarism was an integral part our family tradition. Typical European young men were conscripted (pressed) into military service whether the government of the day/era was democratic or not; whether there was peace or war. 

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CORRIERE CANADESE / Mancio, 120 milioni di (buoni) motivi personali

Prandelli è un giovane allenatore sulla rampa di lancio. Dopo le prime esperienze sulle panchine di Lecce, Verona e Venezia e l’exploit su quella del Parma, il tecnico viene ingaggiato dalla Roma. Ambizioso, innovatore – oggi verrebbe chiamato un “giochista” – Prandelli prende in mano le redini di una squadra che vuole sfidare i colossi milanesi e la Juve nel calcio italiano pre Calciopoli. Ma la sua avventura alla guida dei giallorossi non dura nemmeno due mesi: il 26 agosto, prima dell’inizio del campionato, si dimette “per motivi personali”. Alla moglie Manuela infatti viene diagnosticato un tumore e Prandelli decide di lasciare per potere stare al suo fianco. Nel 2005 poi riprende ad allenare, arrivando anche alla guida della Nazionale azzurra… Read More in Corriere Canadese >>>