TORONTO – Il Canada è destinato a entrare in recessione nei prossimi dodici mesi. A pensarla in questo modo, sommando il pessimismo a una dose di sano realismo, sono i consumatori e le imprese canadesi, stando all’ultima istantanea scattata da Bank of Canada nel suo rapporto trimestrale presentato ieri mattina. La Banca centrale, nel suo Business Outlook Survey, mette in luce come nei prossimi mesi i consumatori canadesi abbiano già messo in cantiere un deciso taglio delle spese in vista del rallentamento generalizzato dell’economica, così come le imprese si preparino ad affrontare un periodo di stallo nella crescita, che si potrebbe tradurre nel taglio degli investimenti e in una possibile contrazione della forza lavoro…
PALERMO – Se vuota il sacco, sono guai per le istituzioni: è probabilmente un pensiero comune e non esplicitato, ma c’è qualcuno che lo dice apertamente. Non uno qualunque. L’ex magistrato antimafia Antonio Ingroia, da alcuni anni impegnato in politica nell’area della sinistra radicale, definisce l’arresto di Matteo Messina Denaro “storico”, ma, aggiunge, “non è la fine della mafia. Con la cattura di Matteo Messina Denaro viene preso l’ultimo dei corleonesi, dunque con il suo arresto, l’arresto di un boss anche lui malato, si cristallizza, si fotografa il declino e la chiusura di una stagione terribile della storia della mafia, della storia del nostro Paese, la stagione delle stragi, la stagione del braccio di ferro dell’organizzazione mafiosa con lo Stato” ha dichiarato ieri l’ex pm all’Adnkronos.
“Non si può che esprimere soddisfazione, dunque, e congratularsi con magistrati e investigatori che hanno coordinato le indagini – osserva Ingroia -, tenendo però saldi i piedi per terra perché non è stato arrestato il ‘capo dei capi’. Messina Denaro non era il ‘capo dei capi’, anche se era il latitante più famoso e più ricercato. Cosa Nostra è ancora viva e vegeta, è ancora un’organizzazione criminale pericolosa. Con questo arresto semplicemente si chiude una pagina della strategia soprattutto armata, violenta e stragista, ma Cosa Nostra ha ripiegato su una strategia più cauta, più moderata e più dedita agli affari anziché allo stragismo”.
Ingroia parla anche di una “copertura istituzionale di cui certamente ha goduto e che gli ha consentito di rimanere latitante per trent’anni”. E, aggiunge, la cattura di Messina Denaro potrà “potenzialmente portare a nuovi sviluppi” sulle stragi di mafia, perché “era l’ultimo custode in libertà dei segreti più terribili sui misteri d’Italia degli ultimi trent’anni, dalla stagione dello stragismo del ’92-’93 in poi. Bisogna capire, e questo lo sanno solo gli investigatori, il contesto in cui è maturato l’arresto, se c’è un sentore lontano che Messina Denaro si sia consegnato o sia stato consegnato. Certamente è singolare che abbia scelto di risiedere così a lungo in una clinica così vicina ai territori dove era normale che venisse ricercato attivamente, e bisogna capire il motivo per il quale questo è accaduto, perché se Messina Denaro vuotasse il sacco probabilmente molti palazzi istituzionali potrebbero tremare”.
Scettico sul ruolo del latitante (ormai ex) anche un altro magistrato, Alfonso Sabella. “Non vedo dei grandi cambiamenti al vertice di Cosa Nostra a seguito dell’arresto di Matteo Messina Denaro perché lui non era il capo assoluto, secondo il mio parere, e poi perché Cosa Nostra ci ha abituato a metabolizzare bene gli arresti che subisce”, ha detto il pm all’AGI.
“L’arresto di Messina Denaro è l’ennesima dimostrazione che lo Stato quando vuole sa fare lo Stato – ha proseguito Sabella -, questa è una storica giornata perché è stato preso l’ultimo dei latitanti siciliani e si chiude una pagina nera che ha prodotto orrori”. Nel corso della sua carriera, Alfonso Sabella ha fatto parte del pool antimafia della Procura di Palermo guidato da Gian Carlo Caselli e ha contribuito alla cattura di numerosi latitanti come Leoluca Bagarella, Giovanni ed Enzo Brusca.
“Penso che Matteo Messina Denaro fosse ancora un personaggio di primissimo piano, certamente un personaggio di spessore e di alto profilo mafioso – ha aggiunto Sabella – ma secondo la mia opinione lui non è mai stato il capo di Cosa Nostra, un po’ per sua scelta e un po’ anche per il cambio di scenario che c’è stato dopo l’arresto di Provenzano che ha riportato il vertice della ‘Cupola’ a Palermo: e Messina Denaro non è palermitano”.

TORONTO – Backlash: Misogyny in the Digital Age, the feature documentary that, in its French-language version, has already become a smash theatrical hit in Quebec, will have its English theatrical premiere in Toronto at the Hot Docs Cinema on Friday, January 13 at 7 PM, with additional showings Saturday, January 14 at 3PM, Sunday, January 15 at 5PM, and Tuesday, January 17 at 4PM. Premieres in other Canadian cities will follow.
TORONTO – La Famee Furlane Toronto e il Gruppo Alpini Autonomo Vaughan e le loro famiglie il 6 gennaio hanno celebrato la festa dell’Epifania con un falò e con l’arrivo della protagonista della festa, la Befana, che ha distribuito deliziosi dolcetti ai bambini, un regalino con un’arancia, una coccula (noce) e un piccolo giocattolo…
TORONTO – Public health is on its knees, but the federal government continues to look the other way despite the continuous “sos” from the provincial premiers: the latest, in chronological order, last Friday, when the governors of the Canadian provinces presented a joint appeal to Prime Minister Justin Trudeau, asking him to meet “urgently” to “find a deal” on health care funding ahead of the spring federal budget. →



