“Non celebro il Canada Day, questo Paese è stato costruito su un genocidio”

“Questo Paese è stato costruito su un genocidio e io non celebro il Canada Day”. Lo ha annunciato oggi sui social Mumilaaq Qaqqaq (nella foto), membro della House of Commons in rappresentanza del Nunavut.

In un articolo pubblicato da The Guardian (https://www.theguardian.com/commentisfree/2021/jul/01/this-canada-day-lets-remember-this-country-was-built-on-genocide), Mumilaaq spiega le ragioni della sua posizione. “Le persone in tutto il Paese si stanno rendendo conto della realtà che il Canada è un stato costruito sull’espropriazione violenta esercitata contro i popoli indigeni. Gli orribili resoconti di tombe anonime di bambini in ‘scuole’ residenziali a Kamloops, British Columbia, Brandon, Manitoba e, più recentemente, Cowessess First Nation nel Saskatchewan hanno scioccato molti canadesi e altri in tutto il mondo. Tuttavia, queste non erano scoperte, ma conferme di ciò che sapevamo da sempre: il Canada è stato costruito sul genocidio”.

Mumilaaq aveva già parlato, qualche giorno fa, di questo caso, chiedendo “giustizia” e “verità” per i bambini indigeni costretti a rinunciare alla loro cultura, alla loro lingua e alle loro tradizioni nelle scuole (l’ultima è stata chiusa negli anni Novanta) volute dal governo canadese, dove migliaia di piccoli hanno poi trovato la morte in circostanze ancora da chiarire. “Abbiamo bisogno di un’indagine indipendente”, aveva detto Mumilaaq che, oggi, nell’articolo su The Guardian, lancia un appello a tutti i canadesi: “Parlate con i vostri amici e vicini della necessità di una vera giustizia indigena in Canada. Quando i gruppi indigeni organizzano proteste e marce, sosteneteli. E assicuratevi che i vostri rappresentanti eletti sappiano che non saranno mai rieletti se tacciono di fronte all’ingiustizia”.

“Prima o poi, quando avremo un’elezione in questo paese, rifiutiamo di votare per i leader politici che parlano senza poi  percorrere la strada. Se abbastanza persone lo faranno, forse i popoli indigeni potranno avere il diritto all’autodeterminazione, e avremo qualcosa da festeggiare in questo Paese”.