Chiusura improvvisa dei ristoranti,
i cuochi italiani organizzano
un flash mob a Vancouver

VANCOUVER – Troppi contagi, giro di vite sui locali pubblici in British Columbia. Ma i gestori non ci stanno e quelli italiani  in particolare, guidati dall’APCI, annunciano un flash mob a Vancouver.

Non è andata giù ai cuochi italiani la decisione improvvisa della dottoressa Bonnie Henry, responsabile sanitaria provinciale, che ieri ha annunciato la “stretta” per i locali già a partire da oggi. “Abbiamo visto l’inizio di una crescita esponenziale”, ha detto la dottoressa, facendo riferimento ai 2.518 nuovi casi di COVID-19 negli ultimi tre giorni, incluso un record di 936 di sabato, ed alla morte di altre sei persone. La provincia ha quindi annunciato che tutti i locali che servono cibo e liquori dovranno limitarsi al servizio di asporto o di consegna: sospesi i pasti al coperto, anche se i dehors rimarranno aperti ma chi vi cenerà dovrà farlo solo con i familiari.

“Ci domandiamo come si possa chiudere una struttura in poche ore, dopo che ha acquistato le derrate per aprire al pubblico – commenta Giovanni Trigona (nella foto sopra), presidente dell’APCI Canada, che aggiunge: “Invitiamo tutti i colleghi chef e ristoratori, camerieri e manager, inclusi i clienti, a coordinarsi con noi dell’Apci Canada, Italiani e non: è un problema che colpisce tutti e dobbiamo organizzare un’azione dimostrativa. Faremo un flash mob di protesta nel centro di Vancouver, tutti in uniforme e naturalmente in totale sicurezza, distanziati e muniti di mascherine. Chi vuole aderire, scriva all’indirizzo e-mail apcicanada2015@gmail.com”.

Il giro di vite deciso in British Columbia, tra l’altro, colpisce anche altre attività: stop al fitness di gruppo al chiuso per adulti, palestre e centri-fitness saranno limitati alle attività individuali.