Amazon, primo sciopero generale
“In Italia i sindacati contano…”

ROMA – “In Italia il sindacato fa parte della storia e del percorso costituente del Paese: anche il colosso di Seattle deve prenderne atto”: non fanno un passo indietro i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Assoespressi, nella contrattazione con Amazon, relativa al personale dipendente ed a quello che opera negli appalti dei servizi di logistica.

E, per la prima volta, i lavoratori  di tutta la filiera incroceranno le braccia lunedì 22 marzo, per uno sciopero generale nazionale di 24 ore. Non solo gli addetti alle consegne, quindi, come in occasioni precedenti (l’ultima il 25 febbraio scorso), ma anche gli addetti degli hub (i punti di ritiro dei pacchi) e tutto il personale dipendente di Amazon Logistica Italia cui è applicato il CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, di Amazon Transport Italia e di tutte le società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per Amazon Logistica ed Amazon Transport.

«La trattativa – spiegano i sindacati – si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal sindacato»,  in particolare il corretto inquadramento professionale del personale, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver e l’indennità Covid per operatività in costanza di pandemia.

I sindacati denunciano anche «la latitanza di Amazon sul tavolo del delivery e l’assenza di risposte della multinazionale americana in relazione alla prosecuzione del confronto, avviato a gennaio, relativamente al personale dipendente ed a quello che opera negli appalti dei servizi di logistica. Amazon manifesta – affermano – col suo comportamento inaccettabile, l’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori in spregio alle regole previste dal CCNL e ad un sistema di corrette relazioni sindacali. Il colosso di Seattle deve prendere atto, suo malgrado – affermano le tre sigle – che il sindacato fa parte della storia e del percorso costituente del nostro paese e con questo deve confrontarsi, in Italia». L’azienda, a sua volta, replica che “non è vero quanto dichiarato dal sindacato in merito al mancato confronto, tanto è vero che si sono svolti due incontri nel mese di gennaio”.