CORRIERE CANADESE / La CMA: “Per superare la crisi sanitaria non basta il denaro”

TORONTO – Il presidente della Canadian Medical Association (CMA) afferma che il nuovo accordo di finanziamento sanitario raggiunto tra le province e il governo federale a febbraio, rappresenta la più grande iniezione di denaro nel sistema sanitario canadese, ma non sarà sufficiente per superare la crisi in corso. 

Il piano decennale da 196 miliardi di dollari messi sul piatto dal primo ministro Trudeau è stato accettato dopo lunghi braccio di ferro e interminabili trattative tra i premier delle province con il ministro della Sanità Jean-Yves Duclos.

L’associazione nazionale volontaria di medici e studenti di medicina che si occupa di questioni sanitarie nazionali non ha perso tempo a giudicare inadeguata la somma di denaro che il governo federale è disposto a sborsare ed ora, a distanza di quasi due mesi, ha fatto un’analisi più accurata dell’accordo.

L’associazione ha confrontato questo accordo con altri accordi sanitari negli ultimi due decenni e ha riscontrato che è il più grande con un margine significativo di circa $ 16 miliardi di aumenti all’anno nel corso di 10 anni. Il secondo accordo di un certo peso è stato quello del 2004 con un aumento medio di 12,3 miliardi di dollari annui.

La CMA ha anche esaminato se tali accordi di finanziamento del passato siano realmente riusciti a fare la differenza. La conclusione, secondo il presidente dell’associazione Alika Lafontaine, è che i grandi finanziamenti sembrano aver fatto la differenza ma che quando i partiti hanno smesso di lavorare assieme i progressi si sono arenati. Il miliardo di dollari stanziato dall’ex primo ministro Stephen Harper per ridurre i tempi di attesa, sembra abbia apportato un miglioramento abbastanza significativo. Ma ora, ci tiene a precisare il dottor Lafontaine, la situazione è diversa, i problemi affrontati dal personale sanitario sono molto più gravi e ci vorranno volontà politica e cooperazione per superarli.

La CMA è incoraggiata dal fatto che gli accordi sanitari del 2023, ha concluso Lafontaine, inchioderanno alle loro responsabilità province e territori che devono allinearsi agli standard e alle policy nazionali per ricevere l’assegnazione del Canada Health Transfer durante i primi cinque anni dell’accordo. “Un aumento significativo dei finanziamenti federali, l’introduzione di nuove misure di responsabilità e piani provinciali e territoriali recentemente annunciati per migliorare i rispettivi sistemi sanitari dovrebbero dare ai pazienti e agli operatori la speranza che il cambiamento non solo sia possibile, ma stia avvenendo – conclude Lafontaine – ciò di cui abbiamo bisogno ora è la volontà politica di prendere decisioni coraggiose per riformare il modo in cui forniamo assistenza, migliorare l’accesso per i pazienti e creare migliori condizioni di lavoro per il personale. Lo dobbiamo ai pazienti e agli operatori sanitari”.

Nella foto in alto, il presidente della CMA Alika Lafontaine (foto Canadian Medical Association)