CORRIERE CANADESE / Sciopero, scontro PSAC-Trudeau: e Singh…

TORONTO – È scontro aperto fra la PSAC (Public Service Alliance of Canada) e Justin Trudeau: ieri, primo giorno di sciopero dei “federali”, il primo ministro ha esortato il sindacato che rappresenta i dipendenti pubblici a tornare al tavolo delle trattative e concludere un accordo per evitare gravi interruzioni dei servizi ai cittadini, sostenendo che il governo aveva presentato un’offerta lunedì ma il sindacato non ha risposto. Secca la replica del presidente nazionale della PSAC, Chris Aylward: il sindacato è “pronto a raggiungere un accordo equo non appena il governo sarà pronto a venire al tavolo con un’offerta equa”. 

La PSAC aveva annunciato già martedì scorso che più di 155.000 lavoratori avrebbero lasciato il lavoro alla luce del mancato accordo con Ottawa sul nuovo contratto collettivo. In dettaglio, la PSAC chiede un aumento salariale del 13,5% in tre anni (4,5% annuo) mentre il Treasury Board Secretariat, il dipartimento governativo che è nominalmente il datore di lavoro dei burocrati, ha offerto il 9% in tre anni. La PSAC chiede inoltre una maggiore flessibilità nelle regole sul lavoro da casa: il governo ha chiesto che i dipendenti pubblici tornino al lavoro di persona per alcuni giorni alla settimana dopo anni di lavoro virtuale in piena pandemia, ma la richiesta non è piaciuta al sindacato.

Il risultato è che lo sciopero è iniziato. E gli effetti si fanno già sentire. Il ministro delle Famiglie, Karina Gould, che è responsabile anche del settore dei passaporti, ha affermato che l’azione comporterà ritardi nei servizi su cui i canadesi fanno affidamento per viaggiare: con molti addetti ai passaporti ora in sciopero, Passport Canada sarà in grado di elaborare solo domande “umanitarie” ed un numero selezionato di domande “urgenti”.

“Se l’azione si concluderà rapidamente, non avrà un grande impatto. Ma se durerà per un tempo piuttosto significativo, allora sì”, ha aggiunto.

La Canada Revenue Agency (CRA) ha avvertito i contribuenti che i suoi servizi “saranno ritardati o non disponibili”: un bel problema, dato che la scadenza per le tasse è il 30 aprile. Tuttavia, le dichiarazioni dei redditi presentate digitalmente dovrebbero riscontrare meno problemi. “Sebbene non ci siano piani per prorogare i termini per la dichiarazione dei redditi, la CRA continuerà ad accettare tutte le dichiarazioni dei redditi. Quelle presentate digitalmente, che rappresentano la stragrande maggioranza delle dichiarazioni T1 e T2, saranno in gran parte elaborate automaticamente dai nostri sistemi senza indugio”, ha detto l’agenzia.

La CRA ha comunque assicurato che i pagamenti dei sussidi avranno la priorità ed i pagamenti degli assegni familiari continueranno ad essere effettuati come previsto. Saranno però limitate le operazioni del call center.

Intanto, l’opposizione attacca. Ieri la deputata conservatrice Stephanie Kusie ha criticato duramente Justin Trudeau affermando che è da biasimare per quanto sta accadendo. “Chiediamo al primo ministro ed al governo liberale di agire insieme e porre fine a questo sciopero”, ha detto. “È la loro incompetenza che ci ha portato in questo posto. I canadesi non riceveranno i loro passaporti. I canadesi non riceveranno le loro dichiarazioni dei redditi a causa dell’incompetenza di questo governo liberale”, ha ribadito.

Ma il primo ministro ha anche un’altra grana ed è interna al governo: l’NDP, il cui leader Jagmeet Singh si è unito ad alcuni lavoratori della PSAC durante i picchetti di ieri, dichiarando che l’NDP non sosterrà mai la legislazione sul ritorno al lavoro, cioè una eventuale precettazione dei dipendenti pubblici per costringerli a tornare a lavorare. “Prevediamo che potrebbe esserci uno scenario in cui il governo introduca una legislazione sulla precettazione dei dipendenti pubblici. Lo hanno fatto in passato e ho detto loro molto chiaramente che non lo sosterremo mai”, ha detto Singh. “Ho guardato direttamente il primo ministro e ho detto: ‘Siamo un partito dei lavoratori, non sosterremo la legislazione sul ritorno al lavoro. Non considerarla mai come un’opzione per noi, perché non lo faremo’ “. In sintesi: se Trudeau ricorresse alla precettazione per far terminare lo sciopero, terminerebbe anche il suo governo che è in piedi solo grazie all’appoggio dell’NDP.

Nella foto in alto, un picchetto della PSAC, ieri, con il deputato dell’NDP Blake Desjarlais: il suo partito appoggia lo sciopero (foto da Twitter – @DesjarlaisBlake)