CORRIERE CANADESE / Ttc, sul sospetto accuse a non finire

TORONTO – È una tragedia che non ha alcun senso, una tragedia immensa quella che si è consumata alla stazione metropolitana di Keele. La morte di Gabriel Magalhaes – 16 anni e tanta voglia di fare – per mano di Jordan O’Brien-Tobin ha toccato il cuore dei residenti di Toronto. 

All’incredulità iniziale ha fatto seguito il dolore che ora è diventato rabbia. A spezzare la vita dell’adolescente – una passione per la matematica e l’astrofisica, l’amore per lo snowboard e il sogno di scalare l’Everest – è stato il 22enne sulla cui testa da quasi due anni pendeva un mandato di arresto emesso il 15 aprile 2021 da un tribunale di St. John’s in Newfoundland dopo aver infranto un ordine di libertà vigilata.

È quanto emerge da documenti del tribunale ottenuti da CTV News Toronto. “È accusato del reato (del 2020) e il mandato è attivo”, ha detto James Cadigan, responsabile delle relazioni con i media e delle comunicazioni pubbliche della polizia del Newfoundland. Secondo i documenti, O’Brien-Tobin si sarebbe dichiarato colpevole di aver minacciato un gruppo di persone il 7 febbraio 2020, dalle quali il tribunale gli avrebbe successivamente ordinato di stare lontano.

Dal Newfoundland il sospetto aveva deciso di trasferirsi in Ontario e, secondo il suo mandato di cattura del 2021, il suo ultimo indirizzo conosciuto era a Scarborough. Ma la realtà è che da due anni O’Brien-Tobin – che ha problemi di salute mentale e di tossicodipendenza – era uccel di bosco. La polizia della provincia più orientale del Canada di lui aveva perso le tracce: “Siamo venuti a conoscenza del luogo in cui si trovava l’accusato solo quando sono emerse notizie sull’accoltellamento di Toronto durante il fine settimana”, ha dichiarato.

Quel che è certo è che O’Brien-Tobin negli ultimi quattro anni ha avuto a che fare più volte con la giustizia. I documenti del tribunale del Newfoundland mostrano anche che O’Brien-Tobin ha scontato diverse brevi pene detentive nella provincia atlantica nel 2019 e nel 2020, da un giorno a 30 giorni. Reclusioni, queste, dovute a una serie di reati dei quali si è macchiato nel 2018 e nel 2019. Frodi, furti, incendio doloso, minacce, aggressioni, mancato rispetto degli ordini del tribunale.

Ma anche in Ontario il sospetto ha avuto a che fare con il sistema legale varie volte. La più recente, nell’aprile dello scorso anno, quando è stato riconosciuto colpevole di aggressione e minacce di provocare lesioni personali. Ad agosto, è stato condannato a 36 giorni di carcere e 12 mesi di libertà vigilata, divieto di avvicinamento alla vittima e obbligo di rispettare una distanza di 25 metri dal suo luogo di residenza.

Secondo l’ordine di libertà vigilata non avrebbe dovuto inoltre possedere armi o altri oggetti “destinati a causare morte o lesioni” ma avrebbe invece dovuto partecipare a un programma di riabilitazione tossicologica.

Lo sconforto della famiglia di Gabriel è incommensurabile. “Tutta la mia luce si è spenta. Il dolore è insopportabile”, ha detto piangendo la mamma Andrea che assieme al marito Antonio non riesce a darsi pace.

Intanto ieri sera alcuni ex compagni di classe della Keele Street Public School hanno ricordato Gabriel con una veglia a lume di candela che, iniziata da Bloor Street davanti all’ingresso ad High Park si è conclusa alla stazione di Keele.

Nella foto in alto, Gabriel Magalhaes (immagine fornita da Andrea Magalhaes)