La cauta alleanza fra Cina e Russia: sfida per l’Occidente?

“La Russia non aveva alcuna ragione per aggredire l’Ucraina”. Così la Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU all’Aja per condannare l’invasione russa. Il voto dei 15 giudici però non è stato unanime poiché il rappresentante russo Kirill Gevorgian ha votato contro. Il secondo voto negativo è venuto dalla collega cinese Xue Hanquin. I tredici voti favorevoli hanno però conferito una vittoria morale all’Ucraina che ha reiterato l’isolamento della Russia per la sua aggressione militare. 

Il voto del giudice russo non ha sorpreso affatto. Quello della giudice cinese non ha sorpreso nemmeno considerando la presa di posizione della Cina nella guerra in Ucraina. Il presidente americano Joe Biden ha avuto una conversazione telefonica con il presidente cinese Xi Jinping nella quale lo ha avvertito di non fornire aiuti militari economici né militari alla Russia senza però ricevere esplicite promesse di cooperazione. Biden ha chiarito che in caso di assistenza cinese gli Stati Uniti imporrebbero severe sanzioni. I rapporti fra Cina e Russia e l’Occidente hanno abbastanza in comune considerando la competitività e le preoccupazioni dei due Paesi mentre confrontano l’egemonia americana nel mondo.

Sia la Russia che la Cina sono preoccupate dalla continua presenza militare americana vedendola troppo vicina ai loro confini. La Russia, come si sa, è preoccupata dagli ampliamenti della Nato e la Cina anche da una simile alleanza occidentale di ANZUS del 1951 fra l’Australia, Nuova Zelanda e gli Stati Uniti. Questo trattato è stato superato dall’AUKUS del 2021 fra l’Australia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, seriamente preoccupante per la Cina a causa della promessa australiana di acquistare 8 sottomarini muniti di armi nucleari. La Cina e la Russia non nascondono le loro ambizioni di ampliare le loro sfere di influenze che si scontrano ovviamente con il potere degli Stati Uniti. La cautela della Cina nella questione dell’Ucraina riflette in parte il suo interesse per vedere la reazione dell’Occidente e il modo in cui potrà influire sui suoi interessi geopolitici specialmente per quanto riguarda il ricongiungimento con Taiwan.

Ciononostante l’avvicinamento fra Cina e Russia si era già visto con l’incontro fra Xi Jinping e Vladimir Putin il mese scorso agli inizi dei Giochi olimpici invernali. Non si è annunciata un’alleanza ma in un documento di più di 3000 parole i due leader hanno proclamato che il mondo sta subendo “cambiamenti significativi” con una “ridistribuzione di potere”. Hanno altresì avvertito i tentativi americani di “egemonia” esprimendo l’opposizione “all’interferenza negli affari interni di paesi indipendenti con il pretesto della protezione della democrazia e i diritti umani”. In effetti, hanno sfidato la politica occidentale e in particolar modo quella americana.

Ambedue Paesi sono dunque rivali degli Stati Uniti e nonostante gli sforzi per contenere le ovvie tendenze espansioniste di Putin, la Cina appare l’avversario più temibile. Ciò si deve soprattutto al potere economico della Cina che sovrasta quello della Russia in maniera notevole. Gli Stati Uniti e la Cina sono numero 1 e 2 rispettivamente nella classifica mondiale di Pil mentre la Russia è al dodicesimo posto dopo il Canada. Inoltre, dal punto di vista militare la Cina ha negli ultimi anni rimodernato le sue forze armate mentre la Russia ha in grande misura armamenti che si rifanno ai tempi dell’Unione Sovietica. Ciononostante per quanto riguarda il nucleare la Russia continua ad essere un pericolosissimo avversario.

La Cina però non si preoccupa solamente degli aspetti militari ma mira a proteggere e migliorare la sua posizione economica. Ecco dunque la sua riluttanza a non inimicarsi gli Stati Uniti mettendo in pericolo l’importante mercato statunitense per i suoi prodotti. Non vuole nemmeno inimicarsi la Russia da cui dipende per fonti energetiche. La Cina dunque agisce con cautela. Se da una parte ritiene la sua indipendenza e guarda gli Stati Uniti come avversario principale non ha nessuna intenzione di spianare il terreno all’America nella guerra fra Ucraina e Russia. La Cina infatti non ha cooperato sulla riduzione del pericolo nucleare rifiutandosi di mettere pressione sulla Korea del Nord per eliminare le sue armi nucleari come vorrebbero gli Stati Uniti. E fino adesso ha agito in maniera prudente nel suo quasi tacito supporto alla Russia nella guerra in Ucraina.

Il supporto cinese alla Russia è anche smorzato dalla preoccupazione di mettere in pericolo il mercato europeo anche se Xi Jinping ha agito negli ultimi tempi in maniera sollecita per ampliare i mercati in Africa e Asia per non dovere dipendere quasi completamente dall’Occidente per gli scambi commerciali. In questo senso la Cina si trova molto avanti alla Russia. I cinesi hanno capito molto meglio di Putin che la potenza militare non è sostenibile senza un potente sistema economico. In questo senso negli ultimi decenni la Cina ha fatto notevoli progressi mentre la Russia è chiaramente rimasta indietro. Fra i due Paesi totalitari alla fine si tratta di sfidare il sistema democratico come fonte di benessere per i suoi cittadini. Il sistema democratico legato al capitalismo ha dominato in tempi passati creando benessere ma la Cina appare pronta per una sfida. La Russia di Putin invece guarda al passato cercando di riacquistare la gloria dei tempi dell’Unione Sovietica.

Domenico Maceri

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Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California.

Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.

Immagine di Miguel Á. Padriñán da Pixabay