La Marcia canadese: storie di Coraggio, Resistenza e Speranza

Il Senatore Loffreda è in Italia questo mese per partecipare alla Marcia per la Memoria e la Pace in onore dell’80° anniversario dell’Operazione Husky. Finora la Marcia ha riscosso un discreto successo, è stata accolta in tutta la Sicilia e ha suscitato molto interesse. Il senatore ha scritto della sua esperienza nell’articolo che segue. 

Quando sono atterrato in Italia all’inizio di luglio per prendere parte alla “Marcia per la Memoria e la Pace”, ero già consapevole che questa esperienza mi avrebbe commosso. Dopo tutto, mi stavo unendo a centinaia di volontari, civili, militari e siciliani per commemorare l’80° anniversario dell’Operazione Husky, lo sbarco alleato in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Credo veramente in questa iniziativa e nella necessità di onorare i nostri eroi caduti, ed è per questo che ho deciso di partecipare al Cammino canadese quest’estate.  Si tratta di un’impresa personale, finanziata esclusivamente con risorse personali.  Non è stato utilizzato un solo centesimo di denaro dei contribuenti per la mia partecipazione a questa speciale commemorazione. 

Per l’occasione, abbiamo intrapreso una marcia di 325 km in Sicilia, dove quasi 25.000 soldati canadesi hanno combattuto per 38 estenuanti giorni, nel luglio e nell’agosto del 1943. Si trattò di un punto di svolta decisivo per il corso della guerra, che avrebbe portato alla liberazione dell’Italia e alla vittoria delle forze Alleate.

Mentre continuiamo ad attraversare i villaggi e le città della Sicilia, sono ogni volta colpito dalla calorosa accoglienza che riceviamo ovunque andiamo, dalla generosità di chi ci ospita e dalla profonda gratitudine dei Siciliani, che sono eternamente grati ai Canadesi che otto decenni fa hanno prestato servizio nell’Operazione Husky.

Sono qui da meno di due settimane e i residenti ci hanno accolto a braccia aperte. Molte persone mi hanno raccontato storie davvero toccanti sull’eredità delle forze Canadesi che hanno dato un contributo significativo e duraturo all’Italia in un momento in cui aveva estremo bisogno di aiuto. Ho ascoltato testimonianze accorate di famiglie che hanno perso i propri cari durante il conflitto. Le conseguenze della guerra sono innegabilmente durature e continuano a farsi sentire, anche a distanza di generazioni.

Tutti coloro con cui ho parlato finora apprezzano il sacrificio dei nostri soldati Canadesi che hanno coraggiosamente attraversato l’Oceano Atlantico, viaggiato per migliaia di miglia verso una terra straniera e si sono uniti ai partner Alleati per combattere in nome della pace, della democrazia e della libertà.

Onorare i nostri eroi caduti durante questa “Marcia per la Memoria e la Pace” mi ha colpito profondamente a livello personale.

Mio nonno materno, Nicola D’Onofrio, morì negli ultimi giorni della guerra, insieme a tre dei suoi fratelli, che non sono mai tornati dalla battaglia e i cui corpi non sono mai stati ritrovati. Rimasta vedova e addolorata per la perdita del suo caro marito, fu mia nonna Veronica, da sola, ad occuparsi dei suoi sette figli, in un periodo di incertezza globale e di instabilità postbellica.

Pur rimanendo in un Paese profondamente devastato dalla guerra, mia nonna Veronica ha cresciuto (in modo straordinario) sette persone eccezionali, tra cui mia madre Maria, che aveva solo quattro anni quando suo padre scomparve.

La mia famiglia, come molte altre in Europa le cui comunità furono dilaniate dalla guerra, ha lottato contro la povertà del dopoguerra, è sopravvissuta e alla fine ha imparato a godere dei piaceri semplici, così come delle necessità di base della vita. Valori come il senso di comunità, il duro lavoro e l’impegno, la gentilezza e l’altruismo, la spiritualità, l’integrità e l’umiltà sono stati alla base dell’educazione di mia madre, così come le sono stati trasmessi da mia nonna Veronica. Mia madre ha abbracciato pienamente questi valori, che le hanno fornito gli strumenti, la mentalità e l’attitudine positiva di cui aveva bisogno quando, nel 1962, i miei genitori, appena sposati, presero la straziante decisione di lasciare l’Italia e il meraviglioso paesino di San Gregorio Matese, a nord di Napoli, e di trasferirsi in Canada.

La bussola morale di mia madre, che definirei irreprensibile, è stata al centro della nostra unità familiare in Canada. I miei genitori hanno trasmesso a me, a mio fratello e a mia sorella quegli stessi valori che poi ci hanno guidato per tutta la vita, sia a livello professionale che personale, e che ora rivedo nei miei due figli adulti. ll fatto di essere in Italia quest’estate mi riporta in mente tutti questi vividi ricordi del mio percorso di educazione.

È stata un’esperienza formativa fenomenale attraversare la Sicilia e interagire con la gente del posto.  È stato particolarmente commovente, l’11 luglio, rivolgersi alla grande folla che si è riunita a Rosolini, per dare il benvenuto al nostro gruppo e omaggiare i Bersaglieri dell’Esercito Italiano.  Mio padre e i miei prozii erano membri di questo corpo di fanteria. Ho subito avuto l’impressione che fosse un momento di chiusura del cerchio.  Altrettanto importante, il nostro viaggio è stato anche un umile esercizio di gratitudine e di auto-meditazione. Ascoltare queste toccanti storie di guerra e di devastazione, combinate a messaggi di speranza, resilienza e presa di coscienza, mi ha fatto capire quanto io sia stato fortunato ad essere stato cresciuto da due genitori eccezionali che hanno scelto il Canada, un luogo che ha offerto, e continua a offrire, una ricchezza di opportunità ai nuovi arrivati.

La “Marcia per la Memoria e la Pace” offre anche a me – e a tutti coloro che sono in questo viaggio – un’opportunità per promuovere ulteriormente la pace e l’amicizia e consolidare il rapporto tra le nostre due grandi nazioni. I legami che ci uniscono – fioriti e cementati durante l’operazione Husky nel 1943 – sono più forti che mai e ne sono testimone in prima persona mentre proseguiamo il nostro “Cammino canadese” attraverso la Sicilia.  È davvero un’esperienza unica e irripetibile partecipare a questo viaggio che ricorderò per sempre.

Onorevole Tony Loffreda Senatore canadese indipendente (Québec)