Fossa comune dei bambini indigeni, il Papa invita “a far luce”. Ma l’arcivescovo chiede scusa

ROMA – “Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti noi, per allontanarci dal modello colonizzatore e anche dalle colonizzazioni ideologiche di oggi”: Papa Francesco è intervenuto così, al termine dell’Angelus di oggi in piazza San Pietro a Roma, sul caso della fossa comune 215 di bambini indigeni scoperta nei terreni dell’ex scuola Kamloops Indian Residential School, una scuola cattolica nella provincia della Columbia Britannica in Canada aperta alla fine dell’Ottocento per avviare i piccoli indigeni all’educazione °bianca° e chiusa nel 1978. Niente scuse, dunque, come aveva chiesto il premier Justin Trudeau. Ma a presentarle ci ha pensato il cardinale Thomas Christopher Collins (nella foto), arcivescovo di Toronto, durante la messa domenicale, che ha parlato proprio di “apologies” per quanto accaduto.

Più prudente, invece, il discorso del Pontefice. “Mi unisco ai vescovi canadesi e a tutta la Chiesa Cattolica in Canada nell’esprimere la mia vicinanza al popolo canadese traumatizzato dalla scioccante notizia”, ha detto il Papa. “La triste scoperta accresce ulteriormente la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato”, ha aggiunto Bergoglio, esortando le autorità politiche e religiose del Canada a continuare “a collaborare con determinazione per fare luce su quella triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e guarigione”. “Questi momenti difficili – ha sottolineato il Papa – rappresentano un forte richiamo per tutti noi, per allontanarci dal modello colonizzatore e anche dalle colonizzazioni ideologiche di oggi e camminare fianco a fianco nel dialogo, nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutte le figlie e i figli del Canada. Affidiamo al Signore le anime di tutti i bambini deceduti nelle scuole residenziali del Canada e preghiamo per le famiglie e le comunità autoctone canadesi affrante dal dolore. Preghiamo in silenzio”, ha concluso Bergoglio.

La fossa comune è stata scoperta la scorsa settimana nel giardino della Kamloops Indian Residential School (nella foto sotto, l’istituto negli anni ’70 – foto Library and Archives Canada), British Columbia, aperta dalla Chiesa Cattolica alla fine dell’Ottocento, passata sotto la gestione del governo canadese nel 1969 e rimasta attiva fino al 1978. In quei decenni, secondo un programma governativo, i bambini indigeni venivano strappati alle loro famiglie fin da piccolissimi per essere avviati all’educazione “bianca°, quasi sempre in istituti gestiti dalla Chiesa: l’obiettivo era quello di rimuovere quei bambini dalle loro case e comunità, vietando loro di parlare la lingua madre o di praticare la propria cultura. Almeno 150mila bambini furono costretti a frequentare quelle scuole (circa 130 sparse in quasi tutto il Canada) dove, in molti casi, si verificarono anche abusi fisici e sessuali e dove si registrarono, dalla fine dell’Ottocento ala chiusura dell’ultima scuola, nel 1996, quasi 6mila decessi, secondo quanto accertato dalla Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Canada, istituita alcuni anni fa proprio per far luce su quel cupo periodo della storia canadese.

Il premier Justin Trudeau, subito dopo la scoperta della fossa comune di British Columbia, ha parlato di “capitolo vergognoso della nostra storia” e nei giorni scorsi aveva chiesto a Papa Francesco di impegnarsi in una serie di iniziative, tra cui delle scuse formali e la pubblicazione di documenti associati al sistema scolastico residenziale canadese in possesso della Chiesa Cattolica. Fra le reazioni in Italia, quella dell’onorevole Cosimo Maria Ferri di Italia Viva, membro dell’Intergruppo Parlamentare Italia Canada, che ha parlato di “episodio agghiacciante e pieno di punti interrogativi. Occorre fare luce senza fermarsi e cercare la verità , la scuola deve essere punto di istruzione, accoglienza, amicizia e non di violenza o abusi. Il futuro della società deve partire dalla scuola e non possiamo accettare che in nessuna parte del mondo la scuola sia luogo di terrore”.

Guardate il video con le dichiarazioni di Papa Francesco