Vecchie case in vendita a 1 euro,
ma saltano fuori gli antichi proprietari

Case in vendita a 1 euro: accade in Italia, da diversi anni, in piccoli Comuni a rischio di spopolamento e dove molti sono i vecchi ruderi che nessuno acquisterebbe mai.

Ma in alcuni casi, i sindaci di turno hanno fatto, come si suol dire, i conti senza l’oste. E sono saltati fuori i discendenti degli antichi proprietari di quegli immobili, dei quali si ignorava l’esistenza perché figli o nipoti di emigrati all’estero.

E’ il caso di Josie Faccini, italo-canadese, che ha rivendicato la proprietà della casa della nonna a Castropignano (nella foto), piccolo borgo di mille anime in provincia di Campobasso, Molise, messa in vendita dal Comune a 1 euro. A rivelarlo è la CNN (in questo articolo:  https://edition.cnn.com/travel/article/italy-one-euro-bonanza-challenge-intl/index.html) che ha intervistato la donna la quale reclama di non essere stata neanche avvisata della vendita della casa di famiglia. “Avevo sentito parlare dei piani di vendita e ho contattato il Comune di Castropignano in agosto”, ha detto Faccini alla CNN.

“Poi ho visto l’articolo che diceva che il sindaco aveva inviato notifiche all’estero, ma nessuno nella mia famiglia ne è stato informato. Sono arrabbiata e frustrata. Mi piacerebbe vedere la città fiorire e contribuire a farne parte, ma per favore non rubateci la nostra casa”, ha sottolineato Josie che in quella casa dice di aver abitato e voler tornare, assieme alla famiglia sparsa su tutto il continente americano che si starebbe organizzando per far valere i propri diritti.

Intervistato a sua volta dalla CNN, il sindaco del piccolo Comune italiano, Nicola Scapillati, si è difeso dicendo di non essere stato contattato da quella famiglia e che altri discendenti delle abitazioni messe in vendita si sarebbero fatte avanti dopo l’annuncio dell’iniziativa.

Sono molti, dicevamo, i Comuni italiani che hanno lanciato l’iniziativa di (s)vendere le vecchie case abbandonate. Uno dei primi è stato il Comune di Zeri, in provincia di Massa Carrara (Toscana), molti anni fa: in quel caso, i ruderi venivano addirittura regalati, purché gli “acquirenti” si impegnassero a ristrutturarli. Un modo per recuperare il patrimonio edilizio esistente e, magari, attirare nuovi turisti – se non proprio residenti – allettati dall’idea di avere una “casa delle vacanze” di proprietà a costo zero (ristrutturazione esclusa, ovviamente)

Il problema, come dimostra il caso di Josie Faccini, è essere sicuri che non siano ancora in circolazione discendenti dei vecchi proprietari. Uno dei tanti Comuni italiani – da Nord a Sud – promotori dell’iniziativa, Mussomeli in provincia di Caltanissetta, per evitare problemi ha istituito un apposito ufficio che si occupa proprio di questo (https://www.comunedimussomeli.it/news/142-progetto-di-promozione-del-territorio-manifestazione-di-interesse) e sembra che funzioni: dal 2019 ad oggi, con il progetto “CASEA1EURO”, il piccolo Comune siciliano ha venduto con successo centinaia di ruderi “in offerta”. In questo caso, senza il rischio che un giorno qualcuno bussi alla porta chiedendo di entrare in casa sua…